MES GIUGNO 2017
“VISITARE I MALATI”
Le sante Scritture già nell’Antico Testamento chiedono di unire l’osservanza della volontà di Dio alla cura del malato e di chi è nel bisogno, in particolare gli orfani e le vedove. Nel salmo 41 (40) si proclama “beato l’uomo che ha cura del debole” … il Signore lo sosterrà nella sua malattia e addirittura “gli rifarà il letto in cui egli languisce” (v. 4).
Il malato invoca il Signore, chiede la guarigione, assume la responsabilità dei suoi peccati, ma attende anche da noi dei segni di attenzione, di amore, di cura: questo è ’amore da parte del prossimo che ognuno attende. Ecco perché il libro del Siracide attesta la necessità della visita al malato: “Non esitare a visitare gli ammalati, perché proprio per questa azione sarai amato” (Sir 7,35). Nei vangeli, poi, l’attività di Gesù è essenzialmente di cura e di guarigione dalle malattie: “Conducevano a lui tutti i malati, ed egli li curava” (Mt 4,24). Gesù soffre con i malati che incontra, combatte contro il male, invita il malato ad avere fede-fiducia e a mettersi sulla strada della guarigione, assumendo la volontà di guarire nella fedeltà alla terra e nel ringraziamento a Dio.
Gesù si accostava al malato come luogo in cui Dio era presente, dicevano i rabbini: “dove c’è un malato, il suo letto diventa il luogo della Presenza di Dio”. Ma Gesù si identificava pure con il malato: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36). Comprendiamo così il malato come il povero: sacramento di Cristo “l’uomo dei dolori che si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori: (Is 53,3-4). Girolamo traduce con audacia: “E noi lo abbiamo giudicato come un lebbroso”. Sì, Gesù è colui che cura (36 volte nei vangeli); che guarisce (19 volte); che è ferito fino alla morte, fino a portare per sempre impressi i segni della sofferenza, le stigmate della passione, anche nel suo corpo glorioso e risorto (cf. Lc 24,39-40; Gv 20,20.27).
Al cristiano, a ogni persona, si impone di compiere l’azione del visitare il malato, di non lasciarlo solo, di dargli dei segni che mostrano come egli non sia abbandonato. Quasi sempre la fatica e la sofferenza della malattia sono aumentate proprio dalla solitudine, dall’isolamento, dalla scomparsa delle relazioni quotidiane con chi si ama. Certo, visitare i malati, oltre a essere una decisione consapevole che esige responsabilità, richiede anche di vincere la paura, di accettare la propria impotenza, di rinunciare a essere protagonisti di buone azioni, per stare accanto all’altro senza pretese e senza imbarazzi. L’incontro con un malato, se vero, ci disarma. L’incontro con il malato esige disciplina: occorre saper tacere e saper parlare con discernimento, non imporre la propria visione e i propri desideri al malato, non finire per fare del malato un’occasione di protagonismo caritativo. A volte, proprio perché non si hanno parole adeguate, occorre saper piangere senza vergognarsi e, soprattutto, non aver paura del corpo del malato. Una carezza, una stretta di mano, un bacio sulla fronte o sulla guancia, a seconda dei rapporti esistenti, può essere per il malato fonte di grande consolazione.
I vangeli ci dicono che Gesù toccava i malati (11 volte), toccava persino i lebbrosi, toccava l’organo malato di un corpo, perché il corpo è il luogo dell’incontro, della salvezza. Toccare il corpo di un altro deve essere un’opera d’arte, toccare il corpo di un malato deve essere terapeutico, relazionale, comunionale: solo volto contro volto, mano nella mano, due persone possono esprimere l’accoglienza l’uno dell’altro. La salvezza si sperimenta nel corpo, l’amore è vissuto nel corpo, la comunione si esprime nel corpo: a noi umani non sono sufficienti le idee!
(Continua)
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IN UNIONE CON L’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre.
Intenzioni mese di Giugno 2017
– Generale Per i responsabili delle nazioni, perché s’impegnino con decisione a porre fine al commercio delle armi,che causa tante vittime innocenti.
– Dei Vescovi: Perché attraverso l’ascolto della parole di Dio possiamo fare nostri i sentimenti del Cuore di Cristo.
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LA MIA ORA DI PREGHIERA
MI PREPARO ALLA PREGHIERA
Signore Gesù, grazie per avermi chiamato anche oggi a stare con Te per riversare nel mio cuore i Tuoi doni, il Tuo amore. Quanti doni!!! L’eucaristia, la Riconciliazione, la Tua sollecitudine per prepararmi un posto accanto Te, in cielo.
Tu conosci le mie fragilità e, nonostante il grande desiderio, non riesco ad amarti come vorrei. Tu non ti stanchi mai di me, ma continui ad accettarmi ed amarmi così come sono, dandomi l’auto di cui ho bisogno per rispondere con generosità alle Tue richieste. Oggi vuoi darmi un dono molto
grande che possa trasformare la mia vita: lo Spirito Santo. il Tuo Spirito che, pian piano, mi faccia comprendere tutto quanto Tu ci hai insegnato, ma che nella mia povertà, talvolta, non comprendo. Per capirlo meglio ci vuole anche molta umiltà e, in questa preghiera, desidero andare nella profondità del mio cuore, togliere tutto quanto è di ostacolo alla Tua azione e lasciarti tutto lo spazio necessario per trasformarmi.
ALLA PRESENZA DI DIO
Signore Gesù, sono qui davanti a Te realmente presente nel Sacramento dell’Eucaristia. Da lì, continuamente chiami i Tuoi figli, ma quanti sentono la tua voce: “Venite a me, vi aspetto?”
Ci aspetti come un mendicante d’amore che, dopo aver dato tutto, spera che possiamo ricambiare, almeno un poco, il suo amore.
Signore Ti porto tutta l’umanità che è tanto disorientata, divisa, lacerata e non trova pace perchè la cerca lontano da Te. Anche se non lo percepiscono, sono qui davanti a te tutti gli uomini perché, spiritualmente, li portiamo tutti. Qui davanti a Te sono scaldati, illuminati dalla Tua luce dal Tuo amore. L’inquietudine che sentono è segno che ti cercano, anche se ancora non ti hanno trovato. Gesù apri il loro cuore, anche se devi farlo con forza. Quando ti conosceranno, ti ringrazieranno, ti ameranno e non ti lasceranno più.
LEGGO LA PAROLA DI DIO
Atti 2,1-11
1 Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2 Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 4 ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
5 Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. 6 Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. 7 Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? 8 E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? 9 Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, 11 Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».
RICOSTRUISCO LA SCENA
Il giorno di Pentecoste si avvia alla fine. Gerusalemme è gremita di pellegrini che, da tutte le parti, vengono per celebrare la legge del Sinai che Dio aveva dato a Mosè. Come sul Sinai, anche qui avviene la grande manifestazione di Dio che manda lo Spirito Santo.
Lo Spirito che Gesù ha promesso: “ Io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso… voi restate in città finche non siate rivestiti dall’alto.” I discepoli con Maria si riuniscono nel cenacolo con un’incessante preghiera : la prima novena di Pentecoste. Da qui partirà al Chiesa che Gesù ha fondato. Inizierà la missione a tutte le genti, fino ai confini del mondo.
Lo Spirito irrompe e trasforma il cuore dei discepoli. Da uomini timorosi che hanno rinnegato Gesù diventano uomini che con coraggio escono e annunciano con entusiasmo il Cristo risorto. Non temono di annunciare il Cristo risorto, non temono di denunciare le autorità che hanno ucciso Gesù e si mostrano felici di sopportare le persecuzioni e le tribolazioni in nome di Gesù.
MEDITO LA SCENA
Signore Gesù, la Tua opera arriva al pieno compimento: ci doni lo Spirito Santo che rimarrà sempre con noi. Inizia il tempo della Chiesa e lo Spirito la guida, la fortifica, la santifica. Come avevi promesso vai al Padre ma non ci lasci soli, ci lasci il Tuo Spirito, lo Spirito d’amore che porterà nel mondo l’amore di Dio. Dice S.Paolo: “ L’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori con lo Spirito Santo”.
Lo Spirito Santo ci rivelerà la Verità tutta intera, ci fa sperimentare che siamo figli di Dio e da Te redenti. Tu ci doni lo Spirito, ma ci chiedi una condizione: che amiamo, che osserviamo i comandamenti e facciamo la volontà di Dio. Questo è il nostro compito. Vivere questo non è facile, ma siamo certi che lo Spirito ci darà la forza. Con i Suoi doni ci rende capaci di testimoniare Gesù, soprattutto nel tempo della tribolazione e della persecuzione.
Grazie, Signore per il dono Dello Spirito Santo, fa che ci lasciamo illuminare e purificare per essere degni figli del Padre nostro che è nei cieli.
AMO CONTEMPLO ADORO
Spirito Santo Vieni ancora in noi e nella Chiesa per santificarla, rinnovarla e renderla immacolata come Gesù desidera la Sua sposa. Non dobbiamo temere perché con i Tuoi doni ci infondi la vera gioia, quella che viene da Gesù e che nessuno può toglierci, nonostante le sofferenze e le tribolazioni.
Spirito Santo, Tu vieni in aiuto alla nostra debolezza, ci plasmi e ci trasformi ad immagine di Gesù. In questo momento, non facile della mia vita, per la malattia, il dolore, la solitudine Tu, Spirito Santo, vuoi essere la mia consolazione, la luce del mio cure, il mio dolce sollievo, il mio riparo, il mi conforto. Io non so pregare , ma Tu continui a pregare in me con gemiti inesprimibili verso il Padre.
Spirito Santo, Ti affido la Chiesa, nostra madre. Tu sai quanto è perseguitata, ma siamo certi che, proprio in questa situazione di buio, di dolore Tu intervieni per darle forza. Sempre Tu l’hai difesa, protetta e hai suscitato tanti santi che facessero risplendere la sua santità. Con gioia t’invoco: “Vieni Spirito Santo e rinnova la faccia della terra”.
“ O santo Spirito Paraclito, perfeziona in noi l’opera iniziata da Gesù, rendi forte e continua la preghiera che facciamo in nome del mondo intero, accelera per ciascuno di noi i tempi di una profonda vita interiore: dà slancio al nostro apostolato che vuol raggiungere tuti gli uomini e tutti i popoli, tutti redenti dal sangue di Cristo e Sua eredità (Giovanni XXIII)
Comunione spirituale – Conclusione
Gesù mio, ti credo presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Giacché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che abbia mai a separarmi da te.
Concludo recitando una decina di Rosario e un Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del Papa.
VITA DELLA NOSTRA FAMIGLIA
Sentiamo rivolte a noi queste parole di Papa Francesco.
Nel Vangelo Gesù dice così: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28).
Quando Gesù dice questo, ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno per le strade della Galilea: tanta gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati…
Questa gente lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola. Le parole di Gesù danno sempre speranza! Egli stesso cercava queste folle stanche e sfinite come pecore senza pastore (cfr Mt 9,35-36) e le cercava per annunciare loro il Regno di Dio e per guarire molti nel corpo e nello spirito.
Ora li chiama tutti a sé: «Venite a me», e promette loro sollievo e ristoro.
Questo invito di Gesù si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento. Nei Paesi più poveri, ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi, si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza.
L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana! E peggio, l’indifferenza dei cristiani! Ai margini della società sono tanti uomini e donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione.
A ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, Gesù ripete: «Venite a me, voi tutti». Ma lo dice anche a coloro che possiedono tutto, ma il cui cuore è vuoto e senza Dio. Anche a loro, Gesù indirizza questo invito: “Venite a me”.
L’invito di Gesù è per tutti. Ma in modo speciale per questi che soffrono di più.
Gesù promette di dare ristoro a tutti, ma ci fa anche un invito, che è come un comandamento: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). I
Il “giogo” del Signore consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno. Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro.
La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi, le nostre critiche o la nostra indifferenza.
Invochiamo Maria Santissima, che accoglie sotto il suo manto tutte le persone stanche e sfinite, affinché attraverso una fede illuminata, testimoniata nella vita, possiamo essere di sollievo per quanti hanno bisogno di aiuto, di tenerezza, di speranza.
Carissimi, siamo ormai nel mese di Giugno, il mese dedicato al Sacro cuore di Gesù.
Viviamo intensamente questo tempo; fermiamoci sovente a leggere, meditare e pregare queste parole divine. Esse pian piano scendono in noi, agiscono e trasformano la nostra vita.
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».
Da dove vengono queste parole così consolanti? Vengono dal CUORE del Figlio di Dio Incarnato che è il Volto visibile del Padre nostro che è nei cieli; questo Padre che è tenerezza, compassione, amore e misericordia infinita.
Ascoltiamole con grande interesse queste parole, noi che viviamo la sofferenza fisica, morale, spirituale. Ascoltiamole con sentimenti di ringraziamento e di adorazione.
«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”.
Queste parole sono rivolte sia ai noi malati, sia ai sani.
Ai sani ricordano la necessità di intenerirsi, come Gesù, della sofferenza dei fratelli bisognosi.
Gesù cerca chi poter mandare in missione nel mondo della sofferenza.
E’ con gioia che, questa volta, possiamo dire a Gesù: “Grazie per il dono che hai dato a tutti noi due nuovi APOSTOLI DI GESU’ EUCARISTIA inviati ai fratelli sofferenti!”.