a te che siedi nei cieli!”
- Mettiamoci alla presenza di Dio (In silenzio creiamo un’atmosfera interiore di intimità con Dio).
- Invochiamo lo Spirito Santo (Autore della nostra comunione con Gesù e con i nostri fratelli) restando un po’ in silenzio.
a te che siedi nei cieli!
come gli occhi della serva guardano la mano della sua padrona,
così gli occhi nostri sono rivolti al SIGNORE,
al nostro Dio,
finché egli abbia pietà di noi.
SIGNORE, abbi pietà di noi,
perché siamo più che sazi di disprezzo.
III – Breve riflessione
Salmo di Pellegrinaggio.
Il Tempio di Gerusalemme non è solo la meta gioiosa dell’incontro con Dio, è anche il luogo della speranza di chi lo invoca. In questo canto, la comunità di Israele, sofferente per l’oppressione di nemici (vv. 3-4), si presenta idealmente al trono del Sovrano, che rende giustizia al povero e alza verso di Lui il suo umile sguardo (vv. 1-2). La ricerca di fiducia in Dio, in spirito di docilità e di servizio, domandando pietà e compassione, ben si addice al termine delle fatiche del giorno.
Gli occhi di un servo rivolti al loro padrone esprimono profonda dipendenza e venerazione verso il Signore. Questo atteggiamento di servi lo troviamo espresso molto sovente anche in altri Salmi per indicare la loro attenzione sia alla volontà dei padroni, sia alla loro benevolenza. Il servo di cui qui si parla è pieno di rispetto per il suo padrone e ne spia il minimo cenno per agire prontamente.
Allo stesso modo, gli occhi del povero e dei marginati , come ci mostra il Salmo, sono fissi sulle mani del Signore, pronte a muoversi per stabilire giustizia e libertà, annientando gli orgogliosi e i superbi, sazi di disprezzo verso i piccoli (v. 4 -5).
Il popolo d’Israele che si recava al Tempio di Gerusalemme, aveva coscienza di essere “piccolo … povero … umile … oppresso e disprezzato”. Eppure non si lascia abbattere dalla sua situazione, anzi ne trae motivi per “alzare gli occhi al Signore Dio loro”. Non avendo nessuna potenza umana, volgeva gli occhi solo al cielo: “I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, è Lui che fa uscire dalla rete il mio piede” (Salmo 25, 15). Così pure il Salmo 69,4: “Sono sfinito dal gridare, la mia gola è riarsa; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio”; e il Salmo 141,8: ‘A te, Signore Dio sono rivolti i miei occhi; in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso”.
E’ utile qui ricordare che con i buoni Israeliti anche ognuno di noi deve considerarsi piccola creatura, povera e umile: un vero servo che sta con gli occhi fissi davanti a Dio, con uno sguardo implorante e fiducioso in un suo intervento di liberazione e di giustizia.
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(Ora mettiamoci nella disposizione interiore di Preghiera e chiediamo allo Spirito di metterci nella condizione che ci introduca nella Contemplazione)
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IV – Preghiera Padre, donaci occhi sempre fissi ai tuoi cenni, uno spirito sempre attento alle tue ispirazioni, a ogni segno, piccolo o grande, dei tuoi misteriosi interventi nella vita di ogni uomo, sicuri che non abbandoni i tuoi fedeli in balia di nessuna. Amen.
– Concludiamo la preghiera facendo la COMUNIONE SPIRITUALE.
– Invochiamo la Benedizione del Signore e di Maria.